Aquile Randagie

GLI SCOUT CHE SI RIBELLARONO AL FASCISMO

1928 – 1945

APPROFONDIMENTO STORICO CON TESTIMONIANZE, CONTRIBUTI MULTIMEDIALI … E QUALCHE PROVOCAZIONE PER IL PRESENTE.
CON EMANUELE LOCATELLI.

Scout, divulgatore della storia delle
Aquile Randagie e curatore di diverse
pubblicazioni in materia. Dal 2002 al
servizio dello scautismo in Val Codera.

www.aquilerandagie.it

Quando e dove

Domenica 28 aprile
A GORIZIA alle ore 18.00
Presso il Teatro parrocchiale di Lucinico
via Giulio Cesare, 25

Tenemmo accesa una tenue fiaccola, sotto le raffiche di terribili prove,
consapevoli che il nostro rifiuto al fascismo era amore alla Patria,
servizio ai fratelli, difesa della dignità umana, ma, venuta l’ora della
resurrezione, la porgemmo ad altri, ai più giovani, perché la ponessero
alta sul moggio, per illuminare i passi della gioventù d’Italia.

Don Andrea Ghetti – Baden

Nel 1928 Mussolini dichiara
soppresso lo scautismo, ma
alcuni scout di Milano e Monza
decidono di continuare le attività
clandestinamente.
Quella delle Aquile Randagie è la
storia di una Resistenza durata 17 anni.
Una testimonianza di coraggio e fedeltà
all’ideale che desta ammirazione e
interroga sulla Libertà.
Nel 1943 le Aquile Randagie contribuirono
a fondare l’OSCAR, un’organizzazione
che portò in salvo oltre 2.000 persone
perseguitate dal regime, aiutandole
ad espatriare in Svizzera.
Dopo la Liberazione, in molti si
spesero per la rinascita dello
scautismo in Italia.

Le Aquile Randagie Milanesi in una foto del 1935

Alcune foto dell’evento

Foto di Matteo Martellani e di Gabriele Cralli

Commento alla serata presa dalla pagina Facebook di Fedeli e Ribelli

Quella nel teatro parrocchiale di Lucinico (Gorizia) è la tappa più orientale dell’Italia mai raggiunta dall’l’ARtour. Oltretutto è il “compleanno” di Gorizia, il cui nome è citato ufficialmente per la prima volta il 28 aprile 1001 (in un documento in cui l’Imperatore Ottone III dona il Castello di Salcano e la «villa che nella lingua degli slavi viene chiamata Gorica» per metà al Patriarca di Aquileia, per l’altra al conte del Friuli Guariento).
All’appuntamento presenziano molti “senior” ma purtroppo pochi giovani. La cosa più bella è che sono rappresentate ben 5 associazioni: Agesci, FSE, SZSO (Associazione scouts sloveni in Italia), una ragazza dell’Associazione Guide e Scout Cattolici Sloveni e alcuni associati di Memoria Viva ODV (centro dicumentazione e promozione dello scautismo – www.memoriaviva.it). Tra questi ci sono diversi scout storici che hanno trascorso una vita nell’associazione, diversi dei quali mi raccontano aver vissuto campi di formazione a Colico e Codera con grandi Capi come Ghetti, Lombardi, ecc . C’è anche Maria Zanolla Scolobig, già Capo Guida d’Italia, appena tornata dal Consiglio Generale a Bracciano, dove ha portato la sua testimonianza di protagonista della fondazione dell’Agesci. Mi chiede da dove arrivo e quando le dico “Cinisello” sgrana gli occhi. “Cinisello! Quando accadde il terremoto del ’76 arrivarono 5 scout che ci aiutarono a lavorare alla sede danneggiata….ed erano tutti di Cinisello!”. Ma tu pensa. Al termine della mia testimonianza mi dice “avrebbero dovuto esserci 30 reparti a sentirla”. Poi c’è David che mi dice parole importanti, mi abbraccia e mi restituisce tutta l’energia spesa.
Buona strada a tutti.
Fedeli e Ribelli